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1.
€ 20,00
EAN-13: 9788882731908
Attilio Pizzigoni
Osservando i marmi bianchi della Tholos di Delfi. Perché sono crollati i templi greci
Edizione:Marinotti, 2023
Collana:Vita delle forme

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Descrizione

Descrizione del libro

L'autore prende spunto dalla suggestiva scenografia delle antiche rovine di Delfi osservando i marmi della Tholos di Atena Pronaia. La vicenda é quella che ha segnato la tradizione di uno dei monumenti più emblematici dell'architettura occidentale: dalla magnificenza della sua oscura e celebrata origine progettuale, al suo millenario e rovinoso abbandono, fino a una ritrovata attualità  nella storia dell'arte e nella scienza del costruire. Le osservazioni investigative condotte dall'autore con i soli strumenti del progetto, palesano le tracce di una testimonianza ancora avvolta nell'ambiguità  dei troppi enigmi irrisolti. Dalle indagini emerge una sequenza di fatti, rilievi e riscontri che aprono un confronto interdisciplinare tra la ricerca spaziale e costruttiva tipiche dell'architettura contemporanea e le analisi proprie dell'archeologia. Come? Quando? Perché sono crollati i templi ellenici? E come può tutto ciò essere fonte di innovative proposte? Più che dare una risposta questo libro vuole evidenziare l'urgenza che tali domande pongono, indagando le circostanze storiche e tecniche di un'intramontabile icona dell'architettura universale, nell'intento di svelarne le radici razionali ed i sottesi dispositivi progettuali.

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2.
€ 12,00
EAN-13: 9788882731656
Attilio Pizzigoni
La città ostile. La realtà dell'architettura urbana nelle sue contraddizioni storiche
Edizione:Marinotti, 2017

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Descrizione

Descrizione del libro

"Questo libro di Attilio Pizzigoni é attraversato da qualche interessante e cruciale paradosso: anzitutto il ragionare sulla canonica e non pacificata dialettica città -metropoli (e pure megalopoli) su cui aleggiano le ombre di Georg Simmel, Max Weber e Heinrich Tessenow, da un osservatorio fortemente caratterizzato e non ostile come Bergamo, una delle più belle e spettacolari città  di provincia italiane. Una di quelle che pertengono alla dimensione territoriale e storica dell'antica civiltà  italiana e che nelle pagine di due grandi storici dell'arte - Francesco Arcangeli e Andrea Emiliani - hanno trovato mirabile ricordanza novecentesca, nel nome di un moderno, necessario e forse disperante umanesimo. Altro il mondo che oggi si impone a chi, come Pizzigoni, architetto, ma anche uomo di cultura e docente universitario, deve confrontarsi con temi della contemporaneità  che impongono più eccitati riferimenti e cronache differenti. Sempre paradossalmente, i saperi del Pizzigoni, rogersianamente homme de lettres, allievo nel Politecnico milanese di Mario De Micheli e bastantemente prossimo ad Aldo Rossi per non averne dimenticato il capitale L'architettura della città , hanno trovato intelligente e non serena sintesi nelle pagine problematiche e interrogative del presente saggio. Esse si confrontano con quelle di altri autori, prevalentemente anglosassoni ma pure francesi e anche con altri strumenti che concorrono al dialogo fra architettura e ingegneria. Ciò nel nome di un'idea di progetto e di ricerca di forma che tenga conto di condizioni di Luogo, di Spazio e di Tempo, cui si deve addirittura l'esistenza di un'architettura atopica alla quale corrispondono abitatori di identità  debole, segnata soprattutto dalla funzione del consumare pervasivo, che tuttavia non riesce a sopprimere del tutto ciò che rende tale un cittadino. Le dottrine si confrontano e la deterritorializzazione é fenomeno in atto o forse solo preteso oppure profetizzato qualche decennio fa (No stop city) nel nome di qualche utopia radicale. E allora sociologia e geografia, matematiche e informatiche, non che teorie dei frattali. Ma il destino del paesaggio reclama attenzione, con memoria di stagioni pregresse che Pizzigoni sa leggere mediante aggiornati strumenti critici, concludendo nel nome di una visione etica e minimamente ironica e malinconica con il gustoso ingorgo narrativo de II fiume perduto, che poi sarebbe un Moria alquanto modesto ma a Bergamo decisivo. Anche questo é Genius Loci." (Gianni Contessi)
3.
€ 12,00
EAN-13: 9788882731229
Attilio Pizzigoni
Ingegneri e archistar. Dialogo sul moderno costruire fra miti e mode
Edizione:Marinotti, 2011

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DescrizioneL'architetto e l'ingegnere: due figure complementari e, talvolta, in storico contrasto. Figura del mondo dell'arte l'uno; di quello della tecnica l'altro, almeno secondo l'opinione comune. Addetto all'involucro della costruzione e dunque alla sua immagine il primo; progettista delle strutture, dunque di ciò che non si vede all'esterno, il secondo. Attilio Pizzigoni, dopo i saggi su Brunelleschi e Le Corbusier e quello su Aldo Rossi, si confronta oggi con un nodo cruciale e quanto mai attuale della cultura del progetto che impone una riconsiderazione della figura e del ruolo dell'ingegnere, già soggetto paradigmatico del XIX secolo e, talvolta, del XX. Verità della costruzione e bellezza della forma storicamente erano i valori di un'architettura pensata secondo i canoni della Geometria. Oggi piuttosto agisce un'ideologia dell'Utile fondata sull'impiego di tecnologie flessibili da tempo proiettate oltre i dogmi del Movimento moderno. Culture diverse quelle con cui nel XXI secolo si confrontano le imprese acrobatiche degli architetti di grido, i cosiddetti archistar che, grazie all'uso di tracciati grafici, eseguiti con il computer, osano immaginare qualsiasi tipo di ardimento, fatto salvo il momento della verifica o semplicemente dell'intervento decisivo dell'ingegnere con le sue equazionimatematiche, capaci di dominare trazioni e compressioni. L'unità architettura-ingegneria appare un traguardo da raggiungere nei rispettivi campi disciplinari: più arte agli ingegneri, più scienza agli architetti.


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